Pensioni: nel 2025 arrivano le rivalutazioni, importi in aumento, i dettagli

Pensioni: nel 2025 arrivano le rivalutazioni, importi in aumento, i dettagli

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Giungono buone notizie per i pensionati dal nuovo anno 2025: gli assegni pensionistici saranno rivalutati dello 0,8%. Tale notizia, così come riporta Il Giornale, è stata ufficializzata dal decreto del 15 novembre 2024 e firmato dai Ministri dell’Economia e del Lavoro. Confermato anche l’indice di adeguamento all’inflazione per quest’anno al 5,4%.

Dunque, la misura entrerà in vigore da gennaio 2025 e sarà inizialmente provvisoria in quanto si baserà su un indice stimato dall’Istat dello 0,8%. Occorre precisare che questa previsione tiene conto dei dati effettivi dei primi nove mesi del 2024 e delle previsioni per l’ultimo trimestre. Se l’indice definitivo risulterà diverso, nel 2026 sarà effettuato un conguaglio. Come anticipato, non ci sarà invece alcuna correzione a gennaio 2025 sugli importi del 2024, poiché l’indice definitivo del 5,4% è già stato confermato come coincidente con quello provvisorio.

L’aumento delle pensioni che entrerà in vigore l’anno prossimo si baserà sull’importo dell’assegno. Rispetto al sistema utilizzato nel 2024, che si basa su fasce, il nuovo metodo applica incrementi percentuali differenti a seconda della fascia di importo della pensione. In particolare, l’aumento del 0,8% sarà riconosciuto agli assegni fino a 2.394,44 euro (quattro volte il trattamento minimo); per la parte eccedente, l’aumento sarà dello 0,72% fino a cinque volte il minimo e dello 0,60% per la parte che supera tale importo. Questo nuovo sistema risulta più vantaggioso rispetto all’attuale per gli assegni superiori a quattro volte il minimo, anche se, a causa della modesta inflazione, l'incremento rimane comunque contenuto. Per esempio, una pensione di 3mila euro lordi aumenterà a 3.023 euro, mentre con il meccanismo attuale sarebbe salita a 3.012 euro.

Tuttavia, il disegno di legge di Bilancio attualmente al vaglio del Parlamento prevede un nuovo incremento una tantum del 2,20% per l'anno prossimo, portando così il trattamento minimo a 616,67 euro. Questo intervento garantirebbe un incremento reale dello 0,30%.

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