Le posizioni di vertice sono occupate da Danimarca, Olanda e Regno Unito.
A confermare le pessime prestazioni del nostro Paese è la nuova edizione del Climate Change Performance Index 2025, rapporto presentato proprio in questi giorni nell’ambito della Cop29 di Baku e curato da Germanwatch, CAN e NewClimate Institute, in collaborazione con Legambiente per l’Italia.
Il rapporto prende in considerazione i risultati climatici di 63 Paesi, più l’Unione europea nel suo complesso, che insieme rappresentano oltre il 90% delle emissioni globali. Il parametro preso come riferimento sono gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e gli impegni assunti al 2030.
L’indice utilizzato si basa per il 40% sul trend delle emissioni, per il 20% sullo sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica e per il restante 20% sulla politica climatica.
ITALIA: LEGAMBIENTE ACCUSA IL GOVERNO
Usando termini sportivi, il nostro Paese rimane in zona retrocessione. Nel rapporto si legge: “Continuano a pesare il rallentamento della riduzione delle emissioni climalteranti (38° posto della specifica classifica) e una politica climatica nazionale (55° posto della specifica classifica) fortemente inadeguata a fronteggiare l’emergenza climatica con un Piano nazionale integrato energia e cllma (Pniec) poco ambizioso".
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha commentato: "il nostro Paese sul fronte energetico continua ad avere una visione miope che non riduce le bollette pagate da famiglie e imprese, e che crea anche nuove dipendenze energetiche dall’estero, da Paesi sempre più instabili politicamente”. L’accusa al governo è di “nascondersi dietro il dito del pragmatismo e della neutralità tecnologica ricorrendo ancora una volta a false soluzioni (come la cattura e stoccaggio del carbonio e il nucleare) che faranno solo perdere tempo e risorse al nostro Paese, rischiando inoltre di renderlo sempre meno competitivo sia a livello europeo che mondiale”.
DANIMARCA IN TESTA, MA PODIO VUOTO
Come riportato dal quotidiano Repubblica, anche quest’anno le prime tre posizioni della classifica non sono state attribuite, in quanto nessuno ha raggiunto la performance necessaria a contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1.5°C.
Si conferma in testa alla classifica, con il quarto posto, la Danimarca, grazie soprattutto alla significativa riduzione delle emissioni climalteranti e allo sviluppo delle rinnovabili. Seguono l’Olanda e il Regno Unito, con quest'ultimo che fa un importante balzo in avanti.
Tonfo clamoroso della Cina, il maggiore responsabile delle emissioni globali, scesa di quattro posizioni rispetto al 2023, scivolando al 55esimo posto. Nonostante il grande sviluppo delle rinnovabili, le emissioni cinesi crescono ancora per il continuo ricorso al carbone.