Oggi si accendono imvece i fari sui tossicodipendenti: ebbene pare che chi si droga (cocaina, marijuana, ma anche droghe sintetiche) potrebbe essere immune al COVID-19, in quanto il loro corpo risulta già molto affaticato dall’assunzione di sostanze e da una vita disordinata, che limiterebbe la risposta esagerata del sistema immunitario responsabile poi a cascata della tempesta di citochine alla base dei casi peggiori di polmonite interstiziale. È quanto emerge da una ricerca sperimentale effettuata dagli esperti di Villa Maraini a Roma, il centro contro le tossicodipendenze che si occupa di curare e assistere le persone con problemi di alcol, droga e gioco d’azzardo.
Massimo Barra, medico e fondatore della
struttura, ha spiegato che non è stato possibile eseguire tamponi e quindi lo
studio non ha nessun valore scientifico e statistico.
A marzo e aprile gli operatori di Villa Maraini hanno dato
assistenza a 623 persone per un totale di 23.368 interventi e controlli. Durante
queste ispezioni gli esperti non hanno rilevato sintomi e cadute nella
malattia. Barra ha precisato che non avendo fatto tamponi,
non si può sapere quante persone siano asintomatiche. "Ma è noto come non
basti contrarre il coronavirus per diventare sintomatici: si
deve infatti innescare una reazione immunitaria del paziente, che può essere
così violenta da produrre un'infiammazione massiva, responsabile delle
conseguenze anche letali dell’infezione", ha dichiarato.
Il fondatore ha sottolineato come si possa affermare che i
tossicomani siano incapaci di avere una reazione iperergica (una reazione eccessiva
di un organismo di fronte a certi stimoli, dovuta a una condizione di allergia)
e massiva al coronavirus, che può portare a gravi conseguenze.
Tale presupposto può essere avanzato grazie ai dati raccolti
finora dalla struttura su una vasta rappresentanza di questa categoria di
persone. Come spiegato da Barra, l’ipotesi che il tossicodipendente non sembri
sensibile al Covid "è tutta da verificare",
ma si basa sul fatto che il fisico che sia già molto stressato da anni di ingerenza di
sostanze di cui non si conosce la composizione, la concentrazione e la
contaminazione con batteri e virus. Q
Quindi, ad oggi, si tratta solo di ipotesi. Vedremo
nei prossimi mesi se tutto ciò troverà o meno conferma.