La situazione di allerta massima, così come riporta Skytg24, è stata presentata durante un briefing con la stampa dal direttore generale del’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ha riferito: “L'anno scorso sono stati segnalati 66 casi di influenza aviaria H5 negli Stati Uniti, più 10 dalla Cambogia, 2 dal Vietnam e uno ciascuno da Australia, Canada e Cina, per un totale di 81 a livello globale, ovvero il numero più alto di casi umani segnalati dal 2015”.
Sempre secondo l’Oms, nel 2025 sono già arrivate le prime segnalazioni che riguardano finora 2 casi, tra cui un decesso negli Stati Uniti e un decesso in Cambogia. Questi casi sono associati a bovini da latte o pollame infetti.
“Il virus H5N1 fortunatamente non ha ancora sviluppato la capacità di trasmettersi facilmente tra gli esseri umani. Ma potrebbe essere solo questione di tempo. Ogni trasmissione da un animale all’altro, o a un essere umano, è un’opportunità per il virus di mutare o di mescolarsi con altri virus influenzali. E’ quindi fondamentale che non gli venga consentito di diffondersi incontrollato negli animali”, ha aggiunto l’Oms nella conferenza.
Ma non è tutto. Anche l’agenzia europea del farmaco (Ema) nel primo briefing dell’anno ha affermato: “Monitorare costantemente la situazione globale sul rischio focolai. Credo che siamo ben preparati contro questa possibile pandemia di influenza aviaria”, ha spiegato Steffen Thirstrup, Chief Medical Officer dell’Agenzia europea del farmaco Ema.