Mentre negli Stati Uniti la moderazione dei contenuti subirà cambiamenti significativi, in Europa Meta ha assicurato che i programmi di fact-checking rimarranno operativi almeno per tutto il 2025.
Ma di cosa stiamo parlando? Semplicemente di un algoritmo che prevede l'analisi di dati e documenti per determinare se un'affermazione pubblicata è vera, falsa, parzialmente corretta, oppure, peggio ancora, antiscientifica.
Ricordiamo che tali programmi applicano un'etichetta che avvisa gli utenti che il contenuto di un post è stato verificato e potrebbe essere fuorviante. Queste etichette non oscurano il contenuto, ma offrono semplicemente un avviso contestuale sulla sua credibilità.
Adesso però negli Stati Uniti tale sistema viene eliminato e ci saranno delle persone chiamate a verificare contestualmente i contenuti sospetti di disinformazione; al tempo stesso, spariranno gli avvisi che indicano la verifica da parte di fact-checker.
Il nuovo modello si baserà sulla verifica delle informazioni affidate a un gruppo selezionato di utenti. Saranno questi ultimi che potranno lasciare note sui contenuti, indicando se risultano reali o meno. A dire il vero, questo sistema da un lato si è dimostrato abbastanza efficace per individuare contenuti truffa, ma è meno idoneo per i post politici, dove l'autorevolezza delle note e l'imparzialità dei lettori possono essere facilmente messi in discussione.