Ma cosa significa Orso Russo? Gli appassionati di meteorologia chiamano simpaticamente così l'Anticiclone Russo-Siberiano, una delle principali figure bariche mondiali che condiziona in modo determinante gli inverni di Asia ed Europa. Nel dettaglio, l'Anticiclone Russo-Siberiano è una vasta area di alta pressione presente sulle sconfinate lande a cavallo di Russia, Mongolia, Cina con valori intorno ai 1054 hPa.
La caratteristica principale di questa figura atmosferica sono le temperature glaciali che si raggiungono a causa della graduale sedimentazione del freddo nei bassi strati, in gergo meteorologico "raffreddamento pellicolare". La presenza della neve su ampie zone della pianura siberiana favorisce il raffreddamento radiativo (dispersione del calore verso lo spazio) e amplifica l'effetto albedo: il manto nevoso riflette cioè i raggi del sole in alta atmosfera e la temperatura dell'aria non riesce a riscaldarsi ma anzi, continua a raffreddarsi sempre di più.
Le masse d'aria più gelide rimangono intrappolate negli strati più bassi dell'atmosfera. L'aumento della pressione atmosferica in questo caso non trova giustificazione nella presenza di un anticiclone di natura dinamica (come avviene da noi), cioè governato da una massa d'aria calda, ma è il risultato del peso stesso dell'aria fredda che essendo molto densa, provoca un rialzo della pressione atmosferica.
Attualmente, mappa qui sotto, in prossimità del suolo si registrano temperature intorno ai -45/50°C, specie sulla Siberia centrale.
La situazione, come sempre accade quando si parla di scenari a lungo termine, è molto complessa e impossibile da prevedere in modo definito. L'ipotesi è che parte di questa poderosa bolla gelida possa scivolare dopo il 20 di Febbraio dapprima verso l'Europa orientale e poi in direzione dell'Italia, dando così il via ad un'ondata di gelo come già capitato nel passato (1929, 1956, 1985, 1996, 2012, 2018).
Se ciò dovesse verificarsi, non è da escludere che sul Mar Mediterraneo possa formarsi un ciclone continuamente alimentato da queste incursioni fredde di origine artica, con la conseguenza di riportare la neve fino a quote molto basse (localmente in pianura), specie al Centro-Nord.