Il vortice polare è una possente struttura ciclonica che possiamo immaginare come una vasta area di bassa pressione, al cui interno è racchiusa tutta l'aria fredda che si produce continuamente sulla calotta artica e che trova il suo sfogo attraverso i centri depressionari diretti verso sud e quindi anche verso l'Italia, portando maltempo e un drastico calo delle temperature.
Il comportamento del vortice polare non è sempre uguale.
Per esempio, se è "forte" e compatto il freddo rimane confinato al Polo Nord, ragion per cui sull'Italia c’è da attendersi un tempo stabile con alta pressione e aria mite. Ma se è "debole" va in crisi e gli effetti possono essere più o meno intensi. Talvolta esso può letteralmente dividersi in due o più parti muovendosi con il suo carico di aria molto fredda ed instabile verso sud.
Quando si spacca/indebolisce la probabilità che ondate di gelo raggiungano anche l'Italia aumentano notevolmente. La causa della spaccatura del Vortice Polare va ricercata nell'afflusso di correnti decisamente più calde in alta atmosfera, evento che in termine tecnico viene chiamato stratwarming (riscaldamento stratosferico).
Attualmente le temperature stanno rapidamente scendendo sopra il mar Glaciale Artico. Ciò sta favorendo lo sviluppo, sopra l'area artica, di un primo nucleo di aria molto fredda, che rappresenta la base del nuovo vortice polare stratosferico. Anche parte della lontana Siberia (luogo di formazione delle ondate di gelo) si sta raffreddando velocemente grazie alle intense nevicate delle ultime settimane; insomma ci sono tutti i segnali per vivere una stagione invernale diversa da quella degli ultimi anni.
Da Gennaio bisognerà monitorare attentamente sempre quello che accade alle alte latitudini e non solo le dinamiche in atto sul nostro Paese. L'ipotesi è che possa scatenarsi una forte anomalia sopra al Polo Nord, con l'ingresso di "aria calda" (Stratwarming in termine tecnico) pronta a destabilizzare il Vortice Polare. Le ripercussioni, nella bassa troposfera non saranno immediate, anzi, come avviene di solito, ci vorranno almeno 2/3 settimane e quindi le conseguenze le avvertiremo eventualmente entro la metà di Gennaio. Il passato (anche recente come abbiamo visto) ci insegna che queste dinamiche si traducono spesso in movimenti interessanti a scala emisferica, con possibili irruzioni gelide verso l'Europa centrale e successivamente pure verso l'Italia.