Ma andiamo con ordine. Già i prossimi giorni saranno movimentati, a causa dell'ingresso di una serie di fronte temporaleschi in discesa dall'Europa settentrionale che provocheranno precipitazioni, alternate ad ampie pause asciutte, dapprima al Nord e poi anche sul resto dell'Italia.
Tuttavia, gli ultimi aggiornamenti hanno appena fatto emergere una possibile importante svolta con conseguenze dirette sull'Italia già entro la metà del mese. Senza dubbio la notizia più importante riguarda il campo delle temperature, previste ben oltre le medie climatiche. Pare proprio che dal 10 Luglio in avanti che dovremo fare i conti con valori molto elevati provocati da masse d'aria roventi portate dal famigerato anticiclone africano in arrivo direttamente dal deserto del Sahara.
Nel concreto ciò rischia di tradursi in ondate di calore con punte massime pronte a schizzare ben oltre i 35°C, soprattutto in Val Padana, sulle zone interne delle due Isole maggiori (qui addirittura si potrebbero toccare i 40°C) e su parte del Centro.
In particolare, l'ingresso di spifferi freddi e instabili in quota potrebbe agire da innesco per lo scoppio, anche improvviso, di forti temporali, spesso accompagnati da grandine, in particolare durante le ore pomeridiane.
Tutte queste dinamiche rientrano nel quadro più ampio dei cambiamenti climatici in atto. Secondo un recente studio, che ha preso in esame i dati sull'evoluzione climatica nel Sud Europa, inglobando quindi anche il bacino del Mediterraneo e l'Italia, è emerso che dal 1979 ad oggi è aumentata l'energia in gioco (CAPE in termine tecnico: Convective Available Potential Energy, cioè Energia potenziale convettiva disponibile).
Le cause di questo incremento sono senz'altro da attribuire alla sempre più costante ed invadente presenza dell'anticiclone africano che determina un aumento delle temperature medie e, di conseguenza, una maggiore evaporazione dell'acqua del mare, che si traduce poi in carburante per eventi di forte intensità, talvolta addirittura estremi.
Tutto ciò provoca un aumento delle precipitazioni convettive, del numero di ore con temporali e del numero di ore con temporali violenti (grandine grossa).
Insomma, ecco servito uno degli effetti del cambiamento climatico in atto: due lati della stessa medaglia, all'aumentare del caldo, aumenta il rischio di temporali violenti.
Entro la metà di Luglio non escludiamo questo pericolo e, stando alle mappe aggiornate, a maggiore rischio potrebbero essere le regioni del Nord a causa dell'arrivo di flussi più instabili in discesa dall'Atlantico.