Sulle pianure del Nord sta nevicando sempre meno spesso, a causa del riscaldamento globale, mentre fino a qualche decennio fa la "dama bianca" era piuttosto frequente.
Ma quali sono le condizioni meteo ideali affinché arrivi la neve sulla Valle Padana?
Prima di tutto va detto che ci sono differenze tra Pianura Padana occidentale e orientale.
NEVE SULLA PIANURA OCCIDENTALE: IL CUSCINO PADANO
Sulla parte di Pianura Padana che va da quella meridionale lombarda, specie Pavese, quella emiliana a quella piemontese, le occasioni per avere neve fino in pianura, e magari anche abbondante, sono maggiori che non sulla restante pianura lombarda, romagnola, veneta e friulana. Questo perché la Valle Padana occidentale ha un vantaggio: quello di essere in buona parte circondata da rilievi importanti, appenninici settentrionali e alpini, tali da consentire il famoso cuscino freddo padano. Si tratta di un fenomeno che consiste in un ristagno di aria fredda al suolo consentito dalla poca circolazione dei venti a causa dei rilievi circostanti che ne bloccano l'azione.
L'aria fredda che si accumula al suolo può derivare sia da irraggiamento notturno, nelle notti stellate invernali e con presenza di alta pressione, sia da vere e proprie irruzioni fredde continentali.
Tuttavia, ciò che conta, è proprio il ristagno di quest'aria fredda nei bassi strati, anche se la circolazione potrebbe cambiare divenendo più umida e movimentata.
E' proprio questo cambiamento, con l'arrivo di correnti più umide meridionali e bassa pressione sul medio e alto Tirreno, che consente, nella maggior parte dei casi, il fenomeno nevoso sulle aree pianeggianti centro-occidentali.
La nuova aria più mite umida e anche instabile, non riesce a scalzare quella fredda preesistente, stanti i rilievi che lo impediscono, piuttosto vi si sovrappone.
Il sopraggiungere di aria umida e più mite in quota sovrapposta ad aria più fredda al suolo, crea instabilità, in presenza di cosiddetta omeotermia, ossia una colonna termica che non presenta variazioni di valori tra il suolo e il 1000 metri.
Se l'aria fredda al suolo è intorno allo 0° e quella in quota non è eccessivamente mite, ossia si aggira anch'essa intorno allo 0°, si realizzano le condizioni per neve anche abbondante su questo settore.
In presenza delle medesime condizioni termiche e di umidità, lo stesso non accade sulle aree pianeggianti orientali.
Su queste zone non sono infatti presenti rilievi altrettanto importanti. Per di più, vi è la presenza mitigante nel mare Adriatico dal quale, spesso, in presenza di sistemi depressionari sull'alto Tirreno, arrivano venti più miti.
L'aria fredda che magari può essere presente al suolo per irraggiamento notturno, viene facilmente rimossa e le condizioni per zero termico al suolo negate.
La Valle Padana orientale può vedere nevicate di un certo significato in presenza di una particolare configurazione, non certo frequente: un anticiclone su Ovest e Nord Europa, con cuneo esteso fino alle regioni baltiche e alla Russia e aria fredda, da esso dirottata, dalle regioni siberiane fino al Mediterraneo centrale. Con questa configurazione correnti molto fredde continentali raggiungono tutto il Nord, con zero termico anche al suolo. Tuttavia, questo non basta.
È necessario infatti che si formi una bassa pressione al suolo, non eccessivamente a Sud, diciamo all'altezza del medio Tirreno. Questa la condizione ideale per far nevicare fino al suolo e anche sulla costa della Pianura Padana orientale. Condizioni date dalla risalita di fronti umidi e perturbati lungo l'Adriatico, piega di questi verso la foce del Po/Nordest e confluenza di aria fredda al suolo proveniente dalle regioni continentali.
Insomma, tutte circostanze piuttosto articolate e occasionali.