Va fatta una doverosa premessa. Con stratwarming, in meteorologia, si fa riferimento ad un anomalo e intenso riscaldamento della stratosfera terrestre (porzione dell'atmosfera compresa tra i 15 e 50 km sopra la superficie), proprio sopra il Circolo Polare artico, nell'ordine anche di 40/50°C nel giro di pochissimi giorni.
Tale riscaldamento, una volta attivatosi, tende gradualmente ad espandersi in direzione dell'alta troposfera, con ripercussioni nelle successive settimane: il settore troposferico immediatamente inferiore, infatti, viene costretto a deformarsi (in termine tecnico si parla di "dislocazione del vortice polare") o a rompersi, suddividendosi in 2/3 minimi depressionari distinti ("split del vortice polare"), i quali poi viaggiano, almeno in parte, in direzione delle medie latitudini, provocando ondate di freddo fin sul cuore dell'Europa e anche sull'Italia.
Nei prossimi giorni si innescherà una fortissima anomalia climatica sopra al Polo Nord, con temperature fino a 25/30°C in più rispetto a quanto ci si aspetterebbe in questo periodo destabilizzando non poco il Vortice Polare che, di risposta, potrebbe inviare una pesante ondata di gelo sul Nord Europa. Successivamente, indicativamente da metà Febbraio in avanti, parte di questa bolla gelida rischierebbe di scivolare fin su quasi mezza Europa, a tratti anche in Italia, provocando una sensibile diminuzione delle temperature.
Da valutare poi il possibile ritorno delle precipitazioni: bisognerà capire in seguito dove si formeranno i minimi depressionari, per individuare le zone maggiormente coinvolte e se ci saranno occasioni per nevicate fino in pianura in particolare sulle regioni del Centro Nord.
Ricordiamo infine che molte tra le più grandi ondate di gelo e neve in Italia sono avvenute proprio in Febbraio, come nel 1929, nel 1956, nel 1991 e, quella più recente, nel 2012 a conferma di un mese particolarmente dinamico.