Va fatta una doverosa premessa. Con stratwarming, in meteorologia, si fa riferimento ad un anomalo e intenso riscaldamento della stratosfera terrestre (porzione dell'atmosfera compresa tra i 15 e 50 km sopra la superficie), proprio sopra il Circolo Polare artico, nell'ordine anche di 40/50°C nel giro di pochissimi giorni.
Tale riscaldamento, una volta attivatosi, tende gradualmente ad espandersi in direzione dell'alta troposfera, con ripercussioni nelle successive settimane: il settore troposferico immediatamente inferiore, infatti, viene costretto a deformarsi (in termine tecnico si parla di "dislocazione del vortice polare") o a rompersi, suddividendosi in 2/3 minimi depressionari distinti ("split del vortice polare"), i quali poi viaggiano, almeno in parte, in direzione delle medie latitudini, provocando ondate di freddo fin sul cuore dell'Europa e anche sull'Italia.
Nei prossimi giorni si innescherà una fortissima anomalia climatica sopra al Polo Nord, con temperature fino a 25/30°C in più rispetto a quanto ci si aspetterebbe in questo periodo destabilizzando non poco il Vortice Polare che, di risposta, potrebbe inviare una pesante ondata di gelo sul Nord Europa. Successivamente, indicativamente dal 20/23 Febbraio in avanti, parte di questa bolla gelida rischierebbe di scivolare fin su quasi mezza Europa, a tratti anche in Italia, provocando una sensibile diminuzione delle temperature.
Da valutare poi il possibile ritorno delle precipitazioni: bisognerà capire in seguito dove si formeranno i minimi depressionari, per individuare le zone maggiormente coinvolte e se ci saranno occasioni per nevicate fino in pianura in particolare sulle regioni del Centro Nord.
Ricordiamo infine che molte tra le più grandi ondate di gelo e neve in Italia sono avvenute proprio in Febbraio, come nel 1929, nel 1956, nel 1991 e, quella più recente, nel 2012 a conferma di un mese particolarmente dinamico.