Raffiche in aumento nel corso di Lunedì 31
Le raffiche di vento si sono intensificate nella notte tra Domenica 30 e Lunedì 31 e lo faranno ulteriormente nelle prossime ore, con picchi di burrasca previsti in Trentino-Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto e Liguria. Nel pomeriggio di Lunedì 31 la ventilazione, molto sostenuta, si estenderà anche a Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise, specialmente lungo la dorsale appenninica. La Protezione Civile provinciale di Trento ha già emesso un'allerta gialla, con particolare attenzione alle raffiche in alta quota, soprattutto sui versanti orientali delle montagne.
La fase più critica è attesa tra la serata di Lunedì 31 Marzo e la mattinata di Martedì 1 Aprile, mentre nelle valli le raffiche più forti si concentreranno nel pomeriggio e nella serata di Lunedì. In alcune zone, si prevede che le raffiche possano raggiungere i 70-100 km/h, con la possibilità che, soprattutto in montagna e nelle aree più esposte, si possano registrare venti di tempesta superiori a 100-120 km/h. Non solo in montagna, ma anche alcune località della Valpadana (in particolare la Lombardia) potrebbe essere coinvolta da improvvise raffiche di favonio, con un sensibile incremento della ventilazione al suolo oltre i 50-60 km/h.
Il foehn (o favonio) è un fenomeno meteorologico caratterizzato da un vento caldo e secco che discende rapidamente da una catena montuosa, solitamente dopo che l'aria umida ha attraversato la montagna, subendo un processo di adiabaticità (ovvero il riscaldamento dell'aria mentre scende) e perdendo gran parte della sua umidità. Questo vento è spesso associato a un miglioramento delle condizioni meteorologiche, ma può anche portare con sé effetti collaterali, come un abbassamento dell'umidità e un aumento delle temperature.
Il fenomeno del foehn si verifica quando l'aria umida proveniente da una zona a bassa pressione viene spinta verso una catena montuosa da un vento prevalente. Quando l'aria sale lungo il versante della montagna, essa si raffredda e condensa, formando nuvole e precipitazioni. Una volta raggiunto il punto più alto, l'aria inizia a discendere dall'altro lato della montagna, riscaldandosi ad una velocità che dipende dalla depressione adiabatica (circa 1°C ogni 100 metri di discesa).
Poiché l'aria è ora più secca e più calda, il vento che arriva verso il basso è privo della grande quantità di umidità originaria e appare caldo e secco, con effetti evidenti sul clima locale.