LA QUOTA DELLO ZERO TERMICO
L'altezza dello zero termico non è altro che la quota (espressa in metri) alla quale la temperatura dell'aria in libera atmosfera (non influenzata quindi dal terreno) passa da valori positivi a valori negativi. Questo dato si ricava dal profilo termico dell’atmosfera misurato dalle radiosonde, una sorta di pallone aerostatico che viene lanciato in atmosfera ogni giorno nei principali aeroporti italiani e internazionali. Sapendo che la temperatura nella troposfera (la troposfera è la zona dell’atmosfera dove avvengono tutti i fenomeni meteorologici) diminuisce man mano che saliamo verso l'alto possiamo individuare il punto dello zero termico nel "momento" in cui la temperatura incontra gli 0°C e salendo ulteriormente essa rimane sempre minore di zero. Anche in Estate questa quota oscilla solitamente intorno ai 3200/3500 metri. Al di sopra, c'è sempre freddo: è la quota infatti delle nevi perenni e dei ghiacciai.
Fino a circa 10/15 anni fa salire sopra i 4000 metri era considerato un evento rarissimo e comunque di breve durata (massimo uno o due giorni), ragion per cui i "danni" sono sempre stati limitati.
Qualcosa però si è rotto a livello atmosferico e climatico: tant’è che nelle ultime 5 estati il livello medio dello zero termico si è spostato sopra i 4000 metri: quindi da un fatto raro è diventato quasi la normalità come possiamo vedere dal grafico qui sotto.
Nei prossimi giorni l'ennesima ondata di calore scatenata dall'anticiclone africano provocherà un rialzo dello zero termico a quote stellari, oltre i 5000 metri come possiamo vedere dalla mappa allegata.
Nel concreto, ciò significa che in tutto il territorio italiano, dal Monte Bianco (4810 metri) a Lampedusa, ci saranno valori positivi, un evento straordinario che rischia però di diventare una consuetudine a causa dei cambiamenti climatici in atto che vedono un costante aumento delle temperature in tutte le stagioni.
Questo fatto, ovviamente, ha delle ripercussioni in particolare sul mondo dell'alta quota, dove si trovano i ghiacciai alpini. Come purtroppo i fatti di cronaca recente hanno messo in luce (tragedia della Marmolada, frana in Svizzera e in Cadore giusto pochi giorni fa), l'aumento delle temperature sta destabilizzando questo delicato ambiente: oltre al regresso delle fronti glaciali (son già scomparsi circa il 40% dei ghiacciai rispetto a 50 anni fa), ora la preoccupazione degli esperti si sposta sull'eventualità di nuovi crolli.