La super perizia sulla sua morte inguaia il medico di base, perché pare che potesse essere salvato.
Il quotidiano Corriere della Sera, nella sua edizione on
line regionale, ha riportato che il GIP di Vicenza ha indagato Pantaleo Vitaliano, un dottore
della mutua al quale il celebre cantante si rivolse il 26 Maggio dello scorso
anno. In tale data, Merlo gli mostrò un vasto ematoma, che da circa una
settimana gli era spuntato sulla coscia sinistra e lo specialista lo trattò come
un banale strappo muscolare, consigliando al ragazzo di applicare sulla gamba
una benda allo zinco e raccomandandogli di tenerla per alcuni giorni. In realtà,
sarebbe stato uno dei primi segnali del tumore che stava rapidamente intaccando
le cellule del suo sangue.
Vitaliano non fu peraltro l'unico medico a non accorgersi della
malattia in atto. Infatti, il successivo 2 Giugno, un altro specialista visitò il cantante,
stavolta in un ambulatorio di Vergato, un comune del bolognese, rispedendo Michele
a casa con una diagnosi di tonsillite.
Una prima perizia, disposta dalla
Procura di Bologna, ha tuttavia scagionato il medico, in quanto lo stadio tumorale di Michele
era in quel momento troppo avanzato e la una situazione ormai irrecuperabile: dunque, gli effetti collaterali vennero scambiati per la suddetta manifestazione orale.
Le accuse virarono quindi verso Vitaliano, sottoposto a indagine in quanto era risultato evidente dai
medici periti veneti che quell’ematoma non fosse dovuto a un trauma, ma a un
tumore.
Nelle prossime settimane toccherà al Giudice per le Indagini Preliminari, Nicolò Gianesini, valutare se nel caso il dottor Vitaliano avesse agito diversamente le probabilità di salvezza del cantante sarebbero state sufficientemente elevate da reggere un accusa di omicidio colposo: l'udienza verrà effettuata il prossimo 29 Settembre.