Il quotidiano Repubblica, nella sua edizione on-line, ha intervistato Mario Alberto Battaglia, il presidente della FISM, la Fondazione Italiana Sclerosi Multipla: "La nuovissima cura farmacologica permette di avere una sempre migliore medicina personalizzata. Allo stato attuale, una diagnosi precoce significa non solo prevenire nuovi attacchi, ma anche rallentare e bloccare la progressione verso la disabilità, ma deve essere una cura specifica per la forma di malanno, per le caratteristiche e per l’evoluzione, senza dimenticare le esigenze di qualità di vita".
Ricordiamo che la sclerosi è una delle patologie neurologiche più frequenti al
mondo ed è una malattia cronica, nel senso che non è presente una cura
definitiva e i farmaci attualmente in commercio possono al massimo calmierare gli
effetti nefasti.
Si
calcola che ogni anno, in Italia, siano colpite oltre 3500 persone, per un
totale di circa 130 mila malati. Nella sua forma più acuta si distingue per
l'alternanza di fasi, dalla durata imprevedibile, caratterizzate da pesanti
deficit neurologici improvvisi e gravissime difficoltà cognitive.
Battaglia ha aggiunto: "Prima degli anni Novanta 7-8 pazienti su 10 diventavano invalidi al 100%, oggi si stima siano 2-3. E ci aspettiamo che questo dato migliori nei prossimi anni, soprattutto adesso che è disponibile un ulteriore trattamento, che potrà migliorare la qualità della vita di migliaia di pazienti".