(LaPresse) -
Uno dei primi accorgimenti per prepararci al sole è quello di consumare cibi ricchi di betacarotene, ovvero frutta e verdura di colore giallo e arancione come carote, zucche, albicocche, meloni e pesche. Inoltre, per dare un apporto aggiuntivo possiamo assumere già in primavera un integratore alimentare di carotene. La sua funzione è di stimolare la melanina, particolare pigmento che colora la pelle sotto i raggi ultravioletti: la melanina è il nostro agente di protezione dagli effetti dannosi della radiazione ultravioletta, lo schermo naturale contro gli effetti nocivi del sole.
La melanina deve avere il tempo di prodursi, e più si è chiari di pelle, più questo intervallo sarà lungo. Tutto dipende dal nostro fototipo, che è determinato dalla quantità di melanina presente nella nostra pelle e dalla sua reazione all'esposizione solare. Da lì possiamo capire anche il tipo di abbronzatura che possiamo ottenere. Precisamente è una classificazione usata in dermatologia che distingue sei tipi di soggetti.
Fototipo 1: sono persone caratterizzate da una carnagione molto chiara, con capelli biondi o rossi, occhi chiari e presenza di lentiggini. La pelle in questi casi è molto sensibile, si arrossa facilmente e tende a scottarsi. La reazione al sole è elevata con il rischio di eritemi, macchie e danni anche permanenti. Si tratta di caratteristiche tipiche degli individui dei paesi nordici. L'abbronzatura è lieve o inesistente ed è sconsigliato per questi soggetti esporsi ai raggi solari.
Fototipo 2: soggetti dalla pelle chiara con efelidi, capelli biondo scuro o castano chiaro, occhi chiari (anche se possono rientrare qualche caso anche gli occhi scuri). Hanno un tipo di pelle piuttosto delicato ed è frequente che si scottino o che abbiano eritemi. L'abbronzatura è leggera e dorata solo dopo alcune attente esposizioni.
Fototipo 3: individui dal colorito medio, con capelli di colore castano, occhi chiari o scuri. Caratteristiche somatiche tipiche italiane e di molti paesi occidentali. Si abbronzano facilmente in modo omogeneo ma si possono anche scottare per un'esposizione intensiva al sole. Comunque sono meno a rischio di eritemi. L'abbronzatura aumenta progressivamente con le esposizioni e diventa intensa e pronunciata.
Fototipo 4: persone dall'incarnato olivastro, con capelli scuri, castani o neri, e occhi scuri. Grazie ai buoni livelli di melanina questo tipo di pelle è poco sensibile, ma non è immune dalle scottature, anche se piuttosto rare. Facile abbronzarsi già dalle prime esposizioni e mantenere il colore a lungo.
Fototipo 5: soggetti con carnagione da olivastra a scura, capelli molto scuri o neri, occhi scuri. Non si scottano quasi mai. Hanno una pelle protetta naturalmente e gli alti livelli di melanina scongiurano il rischio di eritemi e irritazioni solari. Spesso hanno un aspetto che sembra naturalmente abbronzato.
Fototipo 6: sono le persone di pelle nera, capelli neri e occhi scuri. Non si scottano mai. Sono geneticamente protetti dal sole.
Esiste poi un fototipo 0, che in realtà identifica una malattia: l'albinismo, caratterizzata dall'assenza di melanina per cui i soggetti hanno la pelle completamente bianca e i capelli bianchi.
La protezione della pelle passa attraverso l’uso delle creme solari, che contengono sostanze, dette filtri, in grado di attenuare i danni dei raggi ultravioletti, gli UV. Bisogna tenere presente, però, che i filtri proteggono soprattutto dai raggi UVB, meno dagli UVA. Questi ultimi hanno un’energia inferiore ai primi e perciò son considerati meno dannosi, ma sono in realtà più insidiosi: infatti la loro energia è costante in tutte le ore del giorno e penetrano più in profondità nella pelle.
La numerazione del spf, ovvero il Sun protection factor, indica l’aumento del tempo in cui il filtro solare ritarda lo sviluppo di un eritema: per esempio con un spf 50, sarà necessario un tempo di esposizione 50 volte più lungo rispetto a quello in assenza di protezione. Un valore che necessariamente varia con il nostro fototipo, in base al quale dobbiamo scegliere la protezione adeguata. Ricordando che non esiste una protezione “totale”: un spf 50 protegge per il 96% dai raggi UVB, un spf 20 protegge al 90%; e tenendo presente che le lozioni sotto il fattore 6 non sono considerate filtri solari ma semplici creme idratanti.
La pelle chiara del fototipo 1 è più delicata e sensibile per cui richiede la massima protezione dai raggi per evitare l'insorgenza di scottature, irritazioni e nel peggiore dei casi eritemi: per questo è indispensabile usare una protezione molto alta, con indice 50. I soggetti fototipo 2 possono iniziare per sicurezza con un fattore 50 per poi scendere alla 20. I fototipo 3 possono esporsi al primo sole con un fattore 30 per scendere progressivamente. I fototipo 4, invece, sono più tranquilli, e possono usare fin da subito un fattore protettivo 15. Infine i fototipo 5 possono iniziare con uno schermo protettivo basso.
Infine, è indispensabile adottare il miglior comportamento sotto il sole per scongiurare spiacevoli sorprese. Queste raccomandazioni valgono per tutti:
evitare l’esposizione nelle ore della giornata in cui i raggi solari sono più potenti, tra le 12 e le 16; prendere il sole con gradualità per evitare di traumatizzare la pelle; evitare l’esposizione prolungata, perché la discriminante per i danni cutanei è la sua durata; proteggere il corpo con gli indumenti e la testa con cappelli e bandane; mantenere idratato il corpo bevendo molta acqua; utilizzare creme solari che abbinino allo schermo protettivo anche antiossidanti per combattere l’invecchiamento cutaneo; spalmare la protezione solare almeno un quarto d’ora prima di esporsi al sole; applicare più volte le creme durante l’esposizione, soprattutto dopo il bagno o la doccia, dato che la protezione ha una durata media di protezione di due ore; spalmare i prodotti in modo omogeneo sul corpo senza massaggiare, perché il massaggio favorisce la penetrazione del prodotto e ne diminuisce così il fattore protettivo.