Le autorità sanitarie del Paese, così come riporta l’agenzia di stampa Adnkronos, hanno confermato un incremento delle infezioni respiratorie, con una maggiore incidenza del virus nelle strutture ospedaliere pediatriche. Nonostante le preoccupazioni, gli esperti hanno sottolineato che si tratta di un virus noto dal lontano 2001 e non di un 'nuovo' patogeno emergente, come nel caso del Covid-19.
Ecco cosa sappiamo a riguardo, e quali sono i sintomi portati da questo virus.
A fare il punto, con il primo articolo italiano sul tema inviato per la pubblicazione a 'The Lancet Infectious diseases', è Francesco Branda dell'università Campus Bio-Medico di Roma (primo autore), insieme all'epidemiologo Massimo Ciccozzi e a Fabio Scarpa.
"Il virus si trasmette principalmente tramite goccioline respiratorie, ma può anche essere trasmesso attraverso il contatto con le superfici contaminate - conferma l'analisi - I sintomi tipici dell'infezione da Hmpv includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie e il respiro sibilante. Sebbene non esista un trattamento antivirale specifico per il metapneumovirus, il trattamento sintomatico è generalmente efficace nella maggior parte dei casi”. "Riflettendo sulle lezioni apprese dalla pandemia di Covid, dobbiamo riconoscere il ruolo fondamentale della condivisione dei dati nell'attenuare l'impatto di tali crisi - sottolineano i ricercatori - Mentre la rapida condivisione di dati epidemiologici ha aiutato a guidare le decisioni sulle misure di contenimento, sui test e sullo sviluppo di vaccini, ha anche sottolineato la necessità di quadri chiari e standardizzati per la raccolta e la diffusione dei dati. Ci auguriamo che le lezioni apprese da questa esperienza guidino gli sforzi futuri per promuovere la cooperazione internazionale, migliorare la trasparenza dei dati e garantire che la comunità scientifica globale sia meglio attrezzata per rispondere alle future minacce per la salute”.
Dunque, sempre i ricercatori hanno fatto presente l’importanza di una comunicazione chiara e basata su prove, poiché in un mondo interconnesso la diffusione delle informazioni può avvenire in tempo reale, ma ciò comporta anche il rischio di disinformazione e panico. E’ fondamentale che le autorità sanitarie comunichino in modo trasparente, evitando così sia il sensazionalismo che la minimizzazione dei rischi.